La giostra della prima volta
Pagato il biglietto la ruota mi porta in alto,
la sensazione del vuoto si mischia con una sensazione di riempimento
alla vista del panorama,
alla percettibilità della lontananza con cui guardo ciò che l’occhio mio
riesce a vedere.
alla percettibilità della lontananza con cui guardo ciò che l’occhio mio
riesce a vedere.
Scrutare tutto dall’alto mi reca una certa soddisfazione,
la terra dell’indifferenza ormai dista molto da me,
e questo mi solleva in una pace interiore.
Purtroppo a breve il giro terminerà,
ed uscendo dalla cabina mi ritroverò a calpestare quella terra,
che da molto lontano pochi minuti prima io vedevo.
Le risate dei bambini mischiate allo zucchero filato,
le luci dei lampioni che cercano di fermare la notte,
gioia palliativa delle persone che finendo il giro camminano verso l’uscita.
L’uomo che spara ai palloncini sicuro della sua ricompensa,
una donna piange sulla panchina un pagliaccio davanti a lei.
Nella casa degli specchi entrano di corsa,
sbrigandosi a terminare il percorso per non vedersi riflessi tutte quelle volte,
per non fermarsi davanti a tutte quelle immagini che piano diventano diverse,
e scavano dentro le mille facce dentro di loro.
Ormai sono fuori,
mi allontano dalle giostre,
e quella ruota dove ero prima ormai è lontana,
ed io in quel momento sono guardato da chi è là sopra,
strano gioco della vita .
Roberto Mattei